martedì 13 novembre 2007

Hina, 30 anni al padre e ai due cognati

da "Corriere" del 13 novembre 2007
Due anni e 8 mesi allo zio per "soppressione" di cadavere. Risarcito il fidanzato della vittima

BRESCIA - Trent'anni di reclusione per il padre di Hina Saleem e per i due cognati della ragazza pakistana. Due anni e 8 mesi allo zio. Questa la sentenza pronunciata per l'uccisione della giovane sgozzata a Sarezzo, nel Bresciano, l'11 agosto 2006 dai suoi familiari perchè voleva vivere all'occidentale. Alla lettura della sentenza la madre di Hina ha dato in escandescenze gridando «me lo ammazzano». Quindi è stata fatta allontanare dall'aula.
ACCOLTE LE RICHIESTE DEL PM - Il Gup del Tribunale di Brescia ha così accolto le richieste del Pm Paolo Guidi. È stato anche deciso di tenere in isolamento Khalid, uno dei due cognati, perchè in carcere avrebbe aggredito il padre di Hina.
LA MADRE IN OSPEDALE - Un'ambulanza del 118 è arrivata in Tribunale a Brescia per soccorrere la madre di Hina. La donna poco dopo la lettura della sentenza è uscita dall'aula iniziando a urlare frasi in pakistano e in un italiano sconnesso. In forte stato di alterazione nervosa, la donna è stata caricata sull'autoambulanza e portata in ospedale.
FIDANZATO RISARCITO - La sentenza ha assegnato 20mila euro a Giuseppe Tempini, il fidanzato della vittima. Soldi che il ragazzo darà in beneficenza. Il gup del tribunale di Brescia ha inoltre confermato, nel processo con rito abbreviato celebrato a porte chiuse, le richieste del pm: 30 anni per il padre e i due cognati di Hina e due anni e otto mesi per lo zio. Il giudice nella sentenza ha riqualificato, inoltre, il reato di occultamento di cadavere in quello di soppressione di cadavere. «Una sentenza attesa - spiega Alberto Bordone avvocato del padre di Hina -. Attendo le motivazioni che dovranno essere depositate entro il 20 gennaio prossimo, poi penseremo al ricorso in appello».

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